PERIZIE, STIME E VALORIZZAZIONE PROPRIETÀ INDUSTRIALE

Perché un’impresa dovrebbe far valutare o rivalutare economicamente i propri marchi e brevetti?
Quali sono i vantaggi che potrebbe trarne?

I motivi che possono condurre l’imprenditore a valutare o rivalutare il proprio patrimonio di Proprietà Industriale dipendono da varie circostanze o momenti della vita aziendale quali:

  • L’esigenza di attribuire un valore adeguato al titolo di Proprietà Industriale;
  • L’esigenza di disporre di un marchio o di un brevetto cedendolo a terzi o dovendolo acquisire da terzi;
  • La concessione in licenza a terzi o l’acquisizione di una licenza;
  • La costituzione di una società nella quale i partecipanti apportino beni intellettuali sotto forma di Brevetti, Marchi, Know-How;
  • Operazioni di fusione, incorporazione di società o di rami d’azienda nelle quali il valore del marchio o del brevetto rappresenti una parte importante del valore aziendale complessivo;
  • Il fallimento di un’azienda quando è richiesta anche la valutazione di beni intellettuali per determinare l’asset complessivo dei beni aziendali;
  • L’inserimento a bilancio del valore dei titoli.

La rivalutazione dei beni immateriali è attualmente prevista in base a quanto previsto dall’art. 1, co. 889, L. 208/2015 (legge di Stabilità), che ha stabilito che la rivalutazione è ammessa per i beni aziendali. In particolare, tale disciplina è applicabile anche alle immobilizzazioni immateriali, limitatamente ai beni costituenti diritti giuridicamente tutelati, come quelli aventi ad oggetto i brevetti industriali, l’utilizzazione delle opere dell’ingegno, le concessioni e licenze, i marchi, il know-how ed altri diritti simili iscritti nell’attivo patrimoniale, oppure completamente ammortizzati, purché siano ancora tutelati ai sensi delle vigenti disposizioni normative.

È necessario verificare di volta in volta quale tipologia di operazione debba essere intrapresa dall’impresa per ottenere il massimo vantaggio dalla valutazione dell’assets immateriale. Infatti, in base alla situazione della società (individuabile con il bilancio, struttura societaria, ed altri fattori) ed alle strategie che l’imprenditore vuole perseguire, è possibile proporre la soluzione migliore. Per questo è necessario avere indicazioni adeguate per poter inquadrare lo scenario in cui si trova e in quale intende orientarsi.

In linea di principio, la valutazione o rivalutazione, quando perseguita per esigenze di attribuzione di un valore adeguato al bene, produce effetti sulla fiscalità ed ha delle ripercussioni positive ai fini civilistici.

VANTAGGI FISCALI

Fiscalmente la società può portare in deduzione maggiori ammortamenti (effetto fiscale della rivalutazione dal 2018), avere una minore tassazione in caso di vendita dell’assets (effetto fiscale della rivalutazione dal 2019) e comunque “civilisticamente” la società ha un maggior valore dell’attivo patrimoniale e ciò comporta un miglioramento della situazione patrimoniale nei confronti dei stakeholder tra cui la banca.

Si verifica infatti spesso che i beni immateriali, pur conservando un valore economico, non risultano più tra le attività patrimoniali in quanto completamente ammortizzati.

La loro rivalutazione è un importante strumento di ottimizzazione della gestione fiscale e finanziaria. I maggiori vantaggi derivanti dalla rivalutazione dei beni d’impresa sono rappresentati dai plusvalori latenti e dalla conseguente imputazione a patrimonio netto del saldo attivo di rivalutazione che emergerà in bilancio.

VANTAGGI NELLE CONDIZIONI DEL CREDITO

L’incremento del patrimonio ha i suoi effetti sia sulla possibilità di acquisire credito presso il sistema bancario che sulle condizioni del credito concesso. Nel caso di diritti di proprietà intellettuale iscritti a bilancio per importi relativamente modesti risulterà decisamente rilevante far emergere i maggiori valori economici attribuibili a tali beni al fine di migliorare i livelli di patrimonializzazione dell’impresa, grazie alla costituzione di riserve di rivalutazione. In questo modo verrà positivamente influenzato il rating attribuito dalle banche all’impresa, con buoni benefici economici e finanziari.

OPPORTUNITÀ DI FINANZIAMENTO – IL LEASE BACK

Vi sono diverse opportunità di finanziamento che si prospettano all’impresa grazie alla valorizzazione dei diritti di proprietà industriale. Ad esempio si può avere il cosiddetto lease-back sui marchi, che, in sintesi, consiste nell’interessante possibilità di finanziarsi cedendo ad un istituto di credito, a seguito di una valutazione specialistica del relativo valore, i propri marchi e stipulando quindi con quest’ultimo un contestuale contratto di locazione finanziaria.

 

CASO DI CESSIONE DEL BENE

Altro aspetto molto importante in cui la rivalutazione dei beni d’impresa trova la sua convenienza è legato all’eventuale intenzione da parte del soggetto interessato di effettuare una futura cessione del bene rivalutato, al fine di evitare il sorgere di plusvalenze tassabili secondo le ordinarie aliquote Ires, Irpef e Irap, versando al loro posto un’imposta sostitutiva di molto inferiore al prelievo ordinario.

L’elemento negativo di tale operazione è il costo fiscale, infatti per il riconoscimento fiscale è necessario versare un’imposta del 16% (piuttosto costosa ma in determinati casi, per i benefici che si possono generare in diverse situazioni in cui si trovano alcune società, può essere molto interessante perseguirla).

CONFERIMENTO DI ASSETSS IMMATERIALI IN UNA COSTITUENDA SOCIETÀ

Nel caso di conferimento di assets immateriali in una costituenda società non si producono vantaggi di natura fiscale ma comunque si producono effetti positivi per la società in quanto in fase di conferimento gli assets possono essere valutati ad un importo adeguato e questo implica una maggiore partecipazione per la società conferente e dunque un miglioramento a livello patrimoniale, con tutti gli effetti positivi nei confronti dei vari stakeholder (banche, fornitori, etc.).

In questo caso si può decidere di avere un riconoscimento fiscale del maggior valore, ma rimane una opzione e non un obbligo. In sintesi, è possibile avere un incremento del valore dell’asset e un contestuale miglioramento patrimoniale attraverso una operazione societaria in neutralità fiscale (ovvero senza versamento di imposta).

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